Fossombrone

La storia

fossombrone

A metà strada tra l’Adriatico e gli Appennini, cullata dalla foresta delle Cesane e il colle dei Cappuccini, protetta dall’alto dalla Cittadella e dai ruderi della Rocca Malatestiana e con la Gola del Furlo a farle da scenografia naturale, si trova Fossombrone.           

Città di origini romane, amata dai duchi di Urbino che qui solevano trascorrere gli inverni, a Fossombrone storia, arte, natura ed enogastronomia si coniugano sapientemente in un territorio ricco, solcato da boschi e vigneti e punteggiato di piccoli borghi, preziosi come perle.
Il tessuto urbano di Fossombrone dove secoli di storia ad iniziare dal Rinascimento si fanno presenti nei fastosi palazzi nobiliari e nelle chiese affacciati su Corso Garibaldi, asse portante della città e cuore commerciale, e sulle vie e vicoli del centro storico, fino a raggiungere la Corte Alta, la sede ducale che dall’alto domina un mare di tetti rossi, anima antica della città. Un vero e proprio museo diffuso, con testimonianze che dall’età del bronzo conducono fino all’arte del novecento, racconta la storia di una città composita, da sempre legata al suo fiume, il Metauro, con il Ponte della Concordia ad unirne le sponde. Un fiume custode di un luogo incantato, le Marmitte dei Giganti, dove l’acqua si fa artefice di uno spettacolo unico, fatto di canyon e cavità rocciose, immersi in una natura rigogliosa e millenaria.

Un luogo da scoprire poco a poco, per trovare lungo le vie o dentro chiese e palazzi, accanto alle testimonianze del passato o nel cuore di un bosco, emozioni fuori dall’ordinario.

Da non perdere la scoperta dell’antico Palazzo Ducale della città, oggi sede della Pinacoteca Civica “Vernarecci”. Istituita nel 1901 da mons. Augusto Vernarecci la Pinacoteca ospita l’appartamento ducale situato nel corpo centrale della Corte Alta. L’altro corpo del palazzo, la cosiddetta sala di rappresentanza, ospita oggi il Museo Archeologico “Vernarecci”. I materiali, tutti di provenienza locale, documentano il succedersi delle culture umane nella media valle del Metauro, dalla preistoria alla fine dell’età romana.

Altra perla del territorio, la Chiesa di San Filippo, uno splendido esempio di architettura barocca, fu eretta tra il 1608 e il 1613 come ex-voto dei Forsempronesi per la nascita di Federico Ubaldo della Rovere, ultimo erede dei Duchi di Urbino. Pochi anni dopo la sua costruzione, venne consegnata ai Padri Filippini della Congregazione dell’Oratorio che, nel tempo, la ampliarono ed arricchirono con un’esuberante decorazione in stucco, in parte riferita al plasticatore Tommaso Amantini da Urbania. Per questa chiesa Francesco Guerrieri venne incaricato dalla Comunità di Fossombrone di eseguire la grande pala d’altare e numerosi altri dipinti.

Costruita originariamente nel XVI sec. la storica Casa Museo e Quadreria Cesarini fu abitata per ultimo dal notaio Giuseppe Cesarini (1896-1977), che ne fece un luogo di esposizione delle opere d’arte da lui collezionate. Gli arredi, rigorosamente originali, creano l’atmosfera di una agiata casa colta, testimonianza di un gusto e di un’epoca ancora racchiusi nella Casa Museo.

Il Tartufo

bianchetto Fossombrone

Il tartufo è conosciuto fin dai tempi più antichi: per il fatto di nascere e crescere sottoterra è sempre stato considerato misterioso e sono nate molte leggende su di esso. In epoca romana era molto apprezzato per il suo gusto ed aveva un prezzo elevato proprio a causa della sua rarità, dovuta alla difficile reperibilità. Le prime ricette
di piatti a base di tartufo si ritrovano nel “De re coquinaria”, opera di Marco Gavio detto Apicio che fu un celebre gastronomo vissuto ai tempi dell’imperatore Tiberio. La sua fama continua ai giorni nostri: esso infatti viene considerato uno degli alimenti più pregiati in assoluto, prediletto dai professionisti dell’alta cucina.

Il Tuber Albidum Pico, più noto come Marzuolo o meglio ancora come Bianchetto, diventa protagonista nel mese
di marzo degli eventi d’interesse gastronomico della città di Fossombrone, terra che, oltre a natura e specialità gastronomiche, rappresenta un grande patrimonio artistico e culturale della Valle del Metauro.
La Mostra Mercato del Tartufo Bianchetto, fiera storica della città, da oltre trentacinque anni celebra il tartufo Bianchetto, prodotto DOP della Regione Marche. La manifestazione è organizzata ogni anno dall’Associazione Ristoratori in collaborazione con l’Associazione dei Tartufai di Fossombrone e al Comune di Fossombrone; grazie
alla Mostra Mercato, a marzo Fossombrone si trasforma in una città del gusto dove assaggiare specialità enogastronomiche del territorio e piatti a base del prelibato ingrediente.

In occasione della Mostra Mercato può essere degustato nei numerosi stand lungo lo storico Corso Garibaldi
e nei ristoranti della città che, in concomitanza con questo evento, propongono gustosi menù con piatti al tartufo bianchetto, a prezzi convenzionati.

Il tartufo marzuolo, considerato come il “fratello minore” del tartufo bianco, è caratterizzato da un aroma forte
e deciso. Meno conosciuto, chi lo assapora ne apprezza però il gusto intenso che ben si abbina a primi piatti, burro e parmigiano Reggiano, frittate, uova a occhio di bue, omelettes, scaloppine. Conosciuto anche come bianchetto
si caratterizza per le sue piccole dimensioni e per la sua forma generalmente arrotondata, o anche irregolare,
però mai lobata.

Per la conservazione la tradizione vuole che i tartufi vengano avvolti con un panno di cotone
da sostituire ogni due giorni, da riporre in frigo per un massimo di 5 o 6 giorni.